Condomini “asociali”: 6 bolognesi su 10 non salutano i vicini

Le riunioni di condominio non sono mai allegre rimpatriate, in nessun angolo d’Italia. Ma nella civile e dotta Bologna, città che ha inventato le social street, sarebbe legittimo attendersi maggiore cordialità fra vicini di casa. Invece, il 61% di chi vive sotto le Due Torri, scrive Il Resto del Carlino, ammette di non volere approfondire alcun rapporto coi propri dirimpettai. Le relazioni sono improntate alla diffidenza e la maggior parte delle persone cerca di evitare con le più disparate strategie il contatto umano. Lo rivela una ricerca promossa da Nescafè su circa 150 bolognesi fra i 18 e i 65 anni. Scopo dello studio promosso dalla nota azienda è quello di dimostrare che le barriere condominiali si possono abbattere semplicemente offrendo ad esempio un buon caffè, ma questo è un altro discorso. Secondo i bolognesi, il motivo principale per cui i vicini si evitano è la frenesia della routine quotidiana, ragione valida nel 68% dei casi: la conseguenza è che si ha a disposizione poco tempo per socializzare (66%). Entrano in gioco anche altre paure quali l’aumentata percezione di microcriminalità e terrorismo attraverso i media (34%). Quasi un bolognese su due (47%) teme di essere ignorato dal vicino, mentre il 28% dei monitorati ha paura di risultare invadente e il 23% sostiene di essere troppo timido.

 

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